Abstract:
Il lavoro ha come oggetto di studio il fenomeno dell’immigrazione nel Mediterraneo. Ci si soffermerà sulle tematiche del soccorso in mare, del “porto sicuro”, dei flussi migratori e politiche sicurezza, dei controlli alle frontiere e della previsione del principio di non respingimento. L’obbligo di salvataggio e di soccorso in mare è previsto per tutti gli Stati e deve ritenersi prevalente rispetto a tutti gli altri accordi bilaterali stipulati per contrastare il fenomeno dell’immigrazione irregolare. Ricostruire gli eventi e qualificare le responsabilità facenti capo agli attori coinvolti nelle attività di ricerca e salvataggio nelle acque internazionali del Mediterraneo costituisce un’operazione che deve essere eseguita nel rispetto ed in coerenza con quanto stabilito dal diritto dell’Unione Europea e dal diritto internazionale, che, a norma di quanto stabilito dall’art. 117 della Carta Costituzionale italiana, assumono particolare rilievo nel diritto interno: gli Stati sono tenuti ad assicurare l’immediato soccorso e lo sbarco in un luogo sicuro (place of safety). Il fenomeno immigratorio ha impegnato anche l’UE per garantire la sicurezza delle frontiere esterne e contrastare le irregolarità degli ingressi. Infine, ci si soffermerà sul principio di non respingimento: se da una parte questo vieta agli Stati di rinviare un rifugiato o un richiedente asilo in territori dove vi è il rischio che la sua vita o libertà siano minacciate a causa di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un particolare gruppo sociale o opinione politica, dall’altra non ha corrisposto un adeguamento delle politiche nazionali. Il principio in oggetto si trova a doversi scontrare con le politiche di esternalizzazione delle frontiere stabilite dagli Stati per contrastare il fenomeno dell’immigrazione irregolare.