Abstract:
Dai tempi ancestrali in cui Eva cedette alla tentazione di mordere la mela del peccato sfidando il suo padrone Dio, il corpo della donna è marchiato dal giudizio della società patriarcale che vede negli uomini i detentori di ogni potere. La gerarchia verticale che regola le dinamiche della società contemporanea identifica l’uomo al vertice e la donna, soggetta al suo controllo (indiretto e non) ai livelli inferiori in posizione di subordinazione e accettazione del volere primario. A livello materiale, il corpo femminile è oggettificato nel suo essere e su di esso vengono imposti gli imperativi dettati dal maschio: bellezza, giovinezza, magrezza, salute, accondiscendenza sessuale e propensione naturale alla maternità e alla cura dei figli. Il rifiuto di tali imperativi comporta per le donne l’accantonamento ai margini sociali con il marchio di non meritevoli, frigide e/o trascurate.
La presente tesi di laurea si prefigge l’obiettivo di offrire una panoramica sui principali aspetti del corpo femminile minati dall’ingerenza del potere patriarcale. Suddivisa in capitoli monotematici, essa propone in ognuno di essi lo studio di una o più opere letterarie appartenenti alla letteratura scandinava contemporanea che offrano spunti di riflessione sul tema: dal tabù delle mestruazioni allo stigma della sessualità nell’opera di Liv Strömquist, dall’educazione sessuale nelle riflessioni di Nina Brochmann ed Ellen Støkken Dahl all’industria del porno e alla cultura dello stupro nella scrittura di Louise Amcoff e Tove Sahlin, dalla gravidanza nell’opera di Helena Granström alla narrazione del corpo grasso in quella di Stina Wollter. L’analisi entra tuttavia in dialogo con testi provenienti da diversi campi di ricerca teorici, dall'analisi psico-antropologica del concetto di corpo di Orbach alla cultura dell'immagine di Frisén, Holmqvist Gattario e Lunde, da Sartre a de Beauvoir, da Bettelheim a Thiébaut, e traccia i contorni di una rappresentazione poliedrica del tema, non limitandosi al lato meramente letterario.