Abstract:
La tesi traccia un profilo letterario del secondo dopoguerra in riferimento all’avanzata del progresso tecnologico e alla comparsa dei nuovi media. Tali avvenimenti hanno inevitabilmente influenzato la società e l’individuo favorendo l’affermazione di nuovi modi di rappresentazione
della realtà in ambito artistico, cinematografico e letterario. Fra tutti, i generi fantascientifico e distopico acquisiscono un particolare successo accogliendo, al loro interno, le paure, le angosce e i turbamenti dell’uomo. Tematiche come il rapporto uomo-macchina, la nascita dei cyborg e del cyberspazio, l’evasione in mondi virtuali - o ancora - l’affermazione di strumenti meccanici che alterano la percezione della realtà, il bisogno di trovare nuovi modi per conquistare un pubblico alienato dal progresso e dai consumi e – infine - una nuova medialità, sono temi che permeano le rappresentazioni letterarie e artistiche dell’epoca. Attraverso l’analisi comparativa di testi, film e opere (fra gli altri di F. Lang, G. Orwell, P. Levi, W. Gibson, P. Di Filippo, P.K. Dick, E.T. De Paris, D. DeLillo) si descrivono le modalità con cui gli artisti mettono in guardia l’umanità dai pericoli insiti nelle nuove tecnologie e, con un’analisi dei generi artistici del secondo Novecento, si individuano alcuni temi delle principali visioni distopiche degli ultimi decenni del secolo scorso: la perdita dell’antropocentrismo, l’autonomia delle macchine, capaci di e sostituirsi all’uomo, l’impossibilità di distinguere il reale dal virtuale.