Abstract:
«Un oscuro pittore veneziano con fantasia ferace e con maniera larga e grandiosa figurò la gloria del Santo martire». Così Pompeo Molmenti descrive, in una sua monografia del 1909 dedicata a Giambattista Tiepolo, il lavoro di Giovanni Antonio Fumiani a San Pantaleone che è oggetto della nostra indagine: poche parole felicemente scelte che riassumono almeno due punti cruciali della ricerca che ci apprestiamo ad enunciare. Il primo riguarda la scelta del termine “oscuro” che si riferisce alla sua natura di pittore barocco che, all’epoca del Molmenti, era ritenuto un periodo buio per la storia dell’arte; il secondo riguarda la “fantasia ferace e la maniera grandiosa” che il Fumiani seppe sfruttare nel soffitto della chiesa di San Pantalon mescolando le sue giovanili conoscenze prospettiche bolognesi con gli apporti della pittura romana e gli stilemi dell’opera del Veronese.
Per concludere la ricerca saranno esposte le fonti storiche e le descrizioni della medesima presenti nelle guide della Città e saranno corredate dalle documentazioni relative ai restauri che hanno vincolato nel tempo il nostro modo di rapportarci al telero.