Abstract:
Prendendo in analisi il periodo che va dagli anni Sessanta agli anni Ottanta del Novecento, questa tesi si occupa di indagare l’effettiva presenza e la visibilità delle donne artiste in quei decenni, rispettivamente nel panorama e nel mercato artistico di due contesti geografici tra loro differenti, ovvero Italia e Stati Uniti. Entrambi questi due paesi, malgrado le loro molteplici diversità, furono interessati dall’ondata contestataria del Sessantotto e di conseguenza anche dalla rivoluzione neofemminista. Tra le donne che in quegli anni si batterono e scesero nelle piazze delle città per rivendicare diritti di tipo strettamente politico e sociale, ponendosi contro ogni stereotipo che veniva loro imposto, vi erano anche molte artiste, le quali oltre a tradurre in ambito artistico i temi ‘caldi’ della protesta femminista, sentivano anche il bisogno di far valere i loro diritti di artiste donne, poiché ignorate dal mondo e dal sistema dell’arte, che fin da sempre le escludeva dai principali musei e istituzioni, così come anche dalle più importanti e prestigiose rassegne nazionali e internazionali. La tesi si propone quindi di analizzare come le artiste e le critiche d’arte di quegli anni reagirono di fronte a tutto ciò, come si organizzarono tra loro mediante l’organizzazione di mostre separatiste, così come tramite la fondazione di collettivi e associazioni appositi per far fronte comune e per ottenere riconoscimento e legittimazione. Lo studio si focalizza inoltre sui principali linguaggi estetici e artistici da loro adottati, facenti uso principalmente del corpo, per esprimere a pieno la loro frustrazione, la loro rabbia, il loro disprezzo verso un mondo dell’arte fin da sempre totalmente patriarcale e ostile nei loro confronti. Differenti furono i modi di esprimersi, diversi i mezzi adottati e i modi di lavorare, ma comune era la loro voglia di cambiare definitivamente la storia dell’arte, una rivoluzione che proseguì poi negli anni e che ancora oggi è in atto, con il fine di ridurre al minimo la disparità di genere anche in ambito culturale.