Abstract:
L’obiettivo che mi sono posta di raggiungere, con l’aiuto di questo elaborato, è indagare, attraverso il cinema neorealista, quali conseguenze la guerra abbia provocato alla prima età dell’uomo e determinare quali reazioni si sono rese manifeste nei bambini.
Nel primo capitolo si approfondisce il cinema neorealista risalendo innanzitutto alle origini del termine. Per spiegarne l’avvento si procede con un’analisi della politica cinematografica messa in atto durante il ventennio fascista. Infine, nonostante ogni pellicola possa essere considerata come una unità a sé stante, si cerca di delineare, in uno spazio più ampio, i maggiori tratti distintivi della stagione artistica, accumunati dalla riappropriazione della realtà visibile, a livello sia produttivo sia stilistico.
Nel secondo capitolo viene presa in esame la figura di Roberto Rossellini attraverso il suo stile anti-spettacolare e la sua riflessione sui cambiamenti storico-politici dell’epoca. Prendendo in considerazione la trilogia della guerra antifascista ci si soffermerà sui volti nuovi del cinema e sulle figure emblematiche dei bambini al fine di delineare, mediante l’occhio della cinepresa, la loro esperienza di guerra e di innocenza calpestata.
Il terzo capitolo sposta l’attenzione su Vittorio De Sica e il suo forte legame con i fanciulli, nei quali egli vede riflessa la distruzione morale della società adulta. Sottoponendo ad attenta valutazione due film simbolici, quali Sciuscià e Ladri di biciclette, verrà presentata una fenomenologia dell’infanzia inquinata dalla miseria e dalla dissolutezza del mondo degli adulti.
Il quarto capitolo, attraverso il vaglio di due pellicole estere, evidenzia l’interesse per la tematica in esame fuori dai confini nazionali.
Inoltre, nel merito dell’analisi sulla condizione infantile nel dopoguerra, un’appendice mette in luce l’evoluzione della legislazione internazionale sui diritti per l’infanzia.
Infine, vengono presentate le conclusioni relative all’importanza della preservazione dell’infanzia, al doveroso rispetto dei diritti del fanciullo e al valore della memoria al fine di contribuire, per mezzo di sani principi morali ed etici, a un corretto sviluppo sociale.