Abstract:
In tempi recenti, gli studi di carattere neuroscientifico applicati all’estetica hanno contribuito ad arricchire le considerazioni sulla Spectatorship contemporanea. Il presente elaborato intende discutere la relazione esistente fra queste ultime e le pratiche espositive (on e off site) che utilizzino repliche digitali di oggetti culturali visivi, alla luce di un potenziale dialogo con gli strumenti proposti dalla semiotica del fatto visivo di Jurij Lotman.
Per questo si terranno in considerazione l’importante ruolo che si riconosce alla ‘simulazione incarnata’ nella percezione empatica delle immagini, la relazione che si ipotizza fra ‘simulazione liberata’ e coinvolgimento, nonché l’apporto della Teoria dei Media nell'ambito dei Visual Culture Studies, mostrando in che modo la conversione al binomio fisico-digitale sia oramai indispensabile nell'ambito di una coeva Bildwissenschaft. A partire da questo assunto, si descriverà come il meccanismo culturale lotmaniano possa, nel contemporaneo, fornire alcuni dispositivi utili al raggiungimento di buone pratiche che impieghino il digitale al servizio della ricerca e della curatela.
