Abstract:
Gli esseri umani, come animali relazionali, imparano a vivere e a occupare un posto
nella società grazie ai rapporti che instaurano socializzando con gli altri. L’identità
sociale si forma parallelamente a quella personale che, con la crescita, si modella per
differenziazione nella scoperta delle qualità che rendono uniche le persone. Questi
processi psicosociali sono possibili grazie al linguaggio, attraverso il quale gli individui
interiorizzano i significati del mondo nel quale vivono.
La sordità ha suscitato nei secoli l’interesse di numerose discipline che hanno
contribuito a definirla e collocarla socialmente in modi diversi. Accanto alle prospettive
riabilitative ed educative, la crescente consapevolezza della comunità sorda, spinta e
motivata dalle ricerche sulle lingue dei segni, ha contribuito a nuove riflessioni che
hanno aperto le porte a nuovi discorsi sulla sordità.
Il presente elaborato mira a far luce sui fenomeni di socializzazione secondaria
che hanno portato persone sorde adulte segnanti non native a scegliere di avvicinarsi
alla comunità sorda, imparando la lingua dei segni e contribuendo a una ridefinizione
dell’immagine di sé personale e sociale.
Il metodo utilizzato è quello qualitativo dell’intervista, in particolare dei racconti
di vita. I partecipanti si sono raccontati esplorando a ritroso un cammino di vita
personale che, in alcuni punti, si riscontra comune a quello di altre persone sorde che
hanno fatto un’esperienza simile. Ricerche future di carattere interdisciplinare
potrebbero essere svolte per approfondire ulteriormente la natura dei fenomeni emersi.