Abstract:
Il concetto di Brand Community non è nuovo, ma appare ne testi di Muniz e O’Guinn tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del 2000. Tuttavia nel tempo, la letteratura scientifica sull’argomento brand community è aumentata, e il digitale, il mondo virtuale e le ICT hanno provveduto ad apportare ulteriori modifiche e cambiamenti.
Lo studio analizza e descrive la brand community delle organizzazioni culturali, nello specifico di due musei situati nel Regno Unito. Tate e The National Gallery sono messi a confronto per descrivere come un museo multi sede e un museo mono sede inglese, abbiano attivato differenti comunità di marca in loco, virtuali, social e online.
Per rincorrere sia una valenza teorica che empirica del concetto, dopo una presentazione generale sul tema, la metodologia di lavoro si concentra sullo studio complessivo dei due Musei e ne descrive le differenze, utilizzando i dati a disposizione degli ultimi anni. Il tema della brand community e del digitale, del virtuale, dei social, della post millennial community, ha una forte struttura in un museo multi sede, che vede differenti collezioni, consumatori, territori, membership, associazioni coinvolte. La National Gallery londinese ha una community digitale più concentrata sulle esposizioni temporanee, meno sulla collezione permanente, dove tuttavia si concentrano i patrons, i fedelissimi del marchio, e non ha ancora attivato una young community chiara come quella alla Tate.
L’epidemia del 2020 ha messo in luce potenzialità e carenze nell’online dei due Musei, spingendo entrambi ad una maggiore informatizzazione e digitalizzazione, al fine di rincorrere e servire tutti i pubblici, creare vincenti brand community e strutturare quelle esistenti.