Abstract:
Il fenomeno migratorio contemporaneo, che ormai ha assunto dimensioni globali, presenta caratteristiche molto diverse dai movimenti transnazionali di persone dello scorso secolo; esso è ricco di implicazioni politiche, sociali, ma soprattutto economiche e vede coinvolti Paesi di partenza e di arrivo parzialmente diversi dai protagonisti del passato. Una delle caratteristiche evidenti è l'emergere di una componente femminile “in movimento” sempre più numerosa e protagonista, attirata nei Paesi occidentali da un mercato del lavoro avido di manodopera a basso costo. Ad oggi infatti, in Italia, i ricongiungimenti familiari rimangono la prima causa dell’immigrazione femminile; ma sono comunque sempre di più le donne straniere cosiddette “primo-migranti”, che arrivano da sole in Italia e attivano a loro volta catene migratorie al femminile. Questo processo di femminilizzazione dei flussi migratori e la conseguente concentrazione di donne in età fertile portano in primo piano le questioni sanitarie, in particolare della salute riproduttiva e materno-infantile. Aumenta quindi sempre più l’attenzione per la tutela della maternità tra le immigrate che partoriscono in Italia.
L’oggetto di questa tesi sarà il legame che intercorre tra donne migranti e i servizi di salute riproduttiva ai quali si rivolgono.
La domanda iniziale da cui partirò è stata: quali sono le difficoltà che le donne immigrate incontrano nel momento in cui si rivolgono ai servizi che riguardano la loro salute e il percorso nascita? Riescono a cogliere le opportunità di salute e assistenza nel periodo della gravidanza e del post-partum?
Una volta individuate queste difficoltà e problematiche: in che modo si cerca di sanarle? In che modo i servizi di salute riproduttiva promuovono le informazioni e sono di supporto alle donne straniere nelle scelte di procreazione consapevole?
Infine: queste modalità portano a una reale inclusione sociale delle donne immigrate?