Abstract:
La mia tesi si propone di indagare la centralità dell’ambiente domestico nelle nostre vite, che si coniuga e non si oppone al concetto di multilocalità.
In particolare questo testo è nato da alcuni colloqui con interlocutori di varie fasce d’età residenti soprattutto nelle regioni italiane del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia, ma anche in alcuni Stati europei come Germania e Ungheria. Questi hanno messo in risalto l’importanza dell’ancoramento ai luoghi e i meccanismi di rielaborazione della memoria, i desideri, le aspirazioni e le progettualità per uno o più ambienti futuri da considerare “casa” e quali sensazioni e percezioni siano ad essi collegati.
Percezioni che hanno subito un radicale cambiamento ed elementi di destabilizzazione che ostacolano la comprensione del quotidiano si sono poi verificati a causa del contesto pandemico, esacerbati da un primo confinamento imposto in alcune regioni del nord Italia fin da febbraio giungendo a maggio 2020 per l’emergenza data dalla diffusione del virus Covid-19.
Questo testo vuole così, attraverso il riferimento anche ad alcuni casi etnografici di storica rilevanza, approfondire i legami tra i vari aspetti dello “sentirsi a casa” e di come questo sistema in realtà complesso sia in dialogo costante con la quotidianità delle nostre vite e azioni. Nel piccolo di questo elaborato, ritengo che questa tematica sia di grande rilevanza da un lato per poter meglio comprendere le rielaborazioni, tentativi di spiegazione e reazioni variegate rispetto al lockdown e per poterle quindi saperle gestire più accuratamente, dall’altro per riflettere sulle conseguenze che il nostro sistema di vita, intersecandosi con il cambiamento climatico, potrebbe innescare sempre più spesso in futuro, indebolendo sempre più fasce di popolazione che nella nostra società si trovano già in difficoltà.