Abstract:
Il caso di Okinawa, prima Regno delle Ryūkyū, è molto singolare sia dal punto di vista storico-culturale che della sua posizione geografica. Sin dal XIV secolo infatti, l’arcipelago subtropicale è stato al centro delle dinamiche e dei traffici commerciali nel Sud-est asiatico, passando per una doppia subordinazione sino-giapponese e, successivamente, un delicato processo identitario tra la riassimilazione al Giappone e l’occupazione militare americana.
L’intento di questo elaborato sarà quello di analizzare l’ambiguità di fondo del concetto di washoku (lett. ‘cibo giapponese’) in rapporto alla cultura gastronomica di Okinawa. Invero, una definizione di cucina tradizionale nazionale risulta molto difficile, se non impossibile, in ogni cultura del mondo, ancora di più nel contesto giapponese qui preso in considerazione.
Nel primo capitolo si forniranno alcuni cenni storici e culturali di Okinawa e dell’arcipelago ryukyuano. Nel secondo invece, partendo da un’analisi dei concetti antropologici legati all’alimentazione, si passerà brevemente in rassegna la diversa evoluzione storica della cucina giapponese e di quella okinawana, per poi concludere con un approccio critico circa il significato di washoku. Il terzo capitolo evidenzierà infine l’ambigua retorica di un simposio tenutosi a Okinawa nel 2013 in occasione della campagna di pubblicizzazione del washoku. Si cercheranno dunque di individuare sull’asse discorsivo-culinario le medesime criticità di quella che, in senso lato, viene definita "Questione di Okinawa" (Okinawa mondai).