Abstract:
L'approccio negativo e militante di Herbert Marcuse verrà confrontato con il pragmatismo di John Dewey, così da giungere a una sintesi capace di realizzare le istanze utopiche attraverso il rinnovamento della condotta e delle istituzioni. L'essere umano, sostenuto dall’educazione estetica e impegnato nella trasformazione critica della realtà, diviene chiave di volta per l'emancipazione e il compimento dell’esperienza.
L'arte si inserisce all'interno di tale processo, permettendo di rompere gli schemi irrigiditi e repressivi e di rinnovare circolarmente soggettività e ambiente, intrinsecamente connessi tra loro. Le potenzialità dell'arte andranno ad essere declinate nel contesto odierno, da un lato focalizzandosi sulle possibilità esistenti entro il campo dell'arte visiva contemporanea, adottando un approccio volto alla rimodulazione degli attuali paradigmi estetico-critici, dall'altro prospettando una potenziale espansione dell'estetico capace di accogliere la molteplicità degli individui e delle loro pratiche critiche.
Il rinnovamento deweyano delle pratiche e delle istituzioni verrà confrontato con le speranze marcusiane di trasfusione dell'arte nei processi politico-sociali, evidenziando potenzialità e criticità emergenti dai due orientamenti.