Abstract:
Il Giappone è divenuto negli anni la patria della tecnologia, dell’innovazione, di robot come i ben noti Asimo, Aibo e altri. Molti studiosi ritengono che gli antenati dei moderni robot giapponesi siano i cosiddetti Karakuri Ningyō o Burattini meccanici di legno, che si diffusero in periodo Edo (1603-1867). Sviluppati attraverso la tecnologia e il sapere dei maestri orologiai del tempo, presero piede in diversi ambiti della vita, dal teatro (butai karakuri), alla religione (dashi karakuri), all’intrattenimento privato (zashiki karakuri). I loro meccanismi di funzionamento erano nascosti sotto vestiti o altro e il loro scopo era quello di stupire, di emozionare le persone.
Visivamente i Karakuri Ningyō e i moderni automi giapponesi non possono che sembrarci molto diversi e anche per quanto riguarda i motivi che hanno portato a costruire gli uni prima e gli altri poi, potrebbero sembrare non avere molte cose in comune.
L’obiettivo di questa tesi è, esaminando i Karakuri Ningyō e alcuni dei moderni robot giapponesi, verificare se davvero i burattini meccanici di legno siano da considerarsi gli antenati dei moderni robot giapponesi e se ancora al giorno d’oggi lo scopo sia quello di stupire ed emozionare, prima di fornire supporto agli esseri umani sul lavoro.