Abstract:
La tesi si inserisce nell’ampio e variegato ambito degli studi critici sul management e sulle organizzazioni: attraverso un lavoro di ricerca teorica e critica indaga sul rapporto tra i linguaggi manageriali e quelli letterari, tra il Management e la Letteratura.
Da un primo sguardo di carattere descrittivo che intende rivolgersi alla natura plurale e interdisciplinare di questo ambito di studi, ambito all’interno del quale si stagliano e si intrecciano influenze derivate da ambiti disciplinari anche polarmente opposti – dall’economia e dall’ingegneria fondative dello Scientific Management, agli studi culturali e umanistici verso i quali si sono orientati gli studi più recenti sulla cultura organizzativa e sull’organizzazione come fenomeno sociale – il lavoro si soffermerà, passando attraverso quelli che sono stati i principali studi accademici a riguardo, sul Narrative Turn che a partire dalla metà degli anni Novanta ha interessato gli studi. Si percorreranno così le ragioni principali per cui l'interesse narrativo si è diffuso oltre i confini linguistici fino a diventare uno degli strumenti privilegiati di ricerca e di studio organizzativo al cui interno sono stati accolti, sotto diverse forme e declinazioni, il pensiero narrativo e le strutture proprie della narrazione.
Dalla narrazione alle narrazioni: la tesi si sviluppa poi intorno a ulteriori riflessioni intorno al potere conoscitivo della narrazione, arrivando a trattare dei meccanismi interni alla narrazione più propriamente letteraria da cui emergono gli interrogativi portanti del lavoro: può la Letteratura essere utile al Management? I romanzi e le opere letterarie possono essere una fonte di significato per i manager?
La tesi affronterà questi interrogativi circoscrivendo lo studio all’area veneta, attraverso un lavoro di ricerca critico-manageriale che passerà attraverso l’analisi e il commento di sette romanzi italiani contemporanei che offrono, ciascuno in modo diverso, etnografie letterarie dell’organizzazione, del lavoro e dell’impresa nel ‘crudo Nordest’ degli ultimi decenni.