Abstract:
Il Libano si trova ad affrontare la peggiore delle crisi economiche dal termine della sanguinosa guerra civile nel 1990, soprattutto, a causa di un progressivo ritiro di fondi e calo di investimenti nelle banche, che rappresentano il principale settore economico del paese; questo ha portato all’ aumento del tasso di cambio nel mercato nero, al rincaro vertiginoso delle merci importate e al conseguente malcontento diffuso di tutta la popolazione
Ricercando le cause, attraverso le fonti di narrativa primaria (Banca mondiale, Fondo Monetario Internazionale e siti governativi) , il continuo afflusso di migranti dalla Siria, gli effetti dell’emergenza Covid e la drammatica esplosione del porto, risultano i motvi principali; la crisi, però, ha inizo prima dei due ultimi eventi e riguardo l’afflusso dalla Siria, i dati mostrano che il Libano ha ricevuto più fondi per far fronte all’emergenza di quanti ne siano stati spesi.
Lo studio si propone di considerare tutti i fattori che possono aver contribuito all’esacerbarsi della crisi economica dal 2017 a oggi, nel paese un tempo considerato “la Svizzera del Medio Oriente” proprio per la solidità del suo settore finanziario e che nonostante le crisi economiche mondiali passate e continui turbamenti regionali non si era mai trovato in una situazione così drammatica.
Nello specifico, si partirà delineando un quadro generale del sistema economico libanese dal dopo-guerra, per arrivare a comprendere, attraverso un’analisi di eventi storici, quanto attori regionali e internazionali abbiano influenzato l’andamento dell’economia, soffermandosi sul peso delle misure adottate dall’asse USA-Israele-Arabia Saudita in seguito all’affermazione militare e politica di Hezbollah.