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L’attività di ricerca si è innanzitutto concretizzata nella trattazione dei vari aspetti dell’identità personale, e si è avuto modo di rilevare, in tal senso, che la transizione fra il diritto al nome e il diritto all’identità ha richiesto tempi assai considerevoli per potersi affermare sia nelle soluzioni giurisprudenziali che nelle elaborazioni dottrinali.
Differentemente, ciò non è quanto accaduto con l’identità digitale, che si è manifestata all’interno dell’ordinamento con una rapidità consistente e con una forza prorompente. Si pensi, a titolo esemplificativo, alla protezione dei dati personali, al diritto all’oblio e alle problematiche legate al “diritto alla disconnessione” nel diritto del lavoro, tematiche su cui il lavoro ha avuto modo di soffermarsi.
Dopo aver trattato della natura dell’identità digitale, il lavoro si è soffermato su alcune questioni di indubbio interesse pratico, partendo dal digital divide, dunque dai limiti infrastrutturali (ma non solo) che impediscono la connessione alla rete da parte dei consociati in un dato territorio.
La trattazione si è soffermata poi sul geoblocking, cioè sulla impossibilità di sviluppare pienamente la propria libertà di acquisto o accesso a beni e servizi, com’anche sul recente regolamento volto a disciplinare il fenomeno, di recente emanazione.
Infine, si è trattato della net neutrality, intesa come principio che vede i dati transitare sulla rete senza distinzione di sorta in sede di immissione (input), finché non giungono a destinazione finale (output).
Successivamente, il lavoro ha analizzato il rapporto fra utente e social e sulla serie di interrogativi che tale relazione genera, in primis rispetto la qualificazione giuridica di tale fenomeno.
In tale dibattito, numerose sono le recenti novità, dalla direttiva dell’Unione Europea 770/2019 ad alcune recenti pronunce giurisdizionali sul tema.
Alcune considerazioni sono state inoltre doverose in termini di correttezza in riferimento al rapporto fra utenti e piattaforme digitali, analizzando le varie relazioni che si possono intrecciare all’interno delle piattaforme stesse, anche considerando l’influenza in tale contesto del diritto dei consumatori nonché le più recenti pronunce dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.
Un altro nodo da sciogliere riguarderà la qualificazione della relazione giuridica che si instauri fra blogger e piattaforma ospitante. Tale relazione, infatti, inizialmente non è differente fra quella che la piattaforma ha con tutti i suoi utenti, i quali però non manifestano volontà di sfruttamento economico del profilo. Parimenti di rilievo appaiono le vicende che interessano l’attività delle imprese online, specialmente quando entrano in gioco le piattaforme digitali.
La conclusione del lavoro non ha potuto prescindere, infine, da alcuni brevi cenni in relazione al fenomeno dei big data e al loro utilizzo in relazione all’identità digitale, anche nello scenario internazionale. |
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