Abstract:
In Cina sono solamente cinque le religioni approvate e considerate ortodosse, ovvero il Buddismo, il Taoismo, il Cristianesimo Cattolico, il Cristianesimo Protestante e l’Islam.
Fra queste religioni non è compreso il Falun Gong 法轮功, un movimento fondato nel 1992 da Li Hongzhi 李洪志 (1951 –): una disciplina cinese che deriva dai movimenti qigong 气功 emersi negli anni Ottanta. I suoi principi fondamentali sono contenuti nel libro Zhuan Falun 转法轮 e si basano sulla coltivazione individuale, definita anche auto-perfezionamento, necessaria per ottenere la salvezza spirituale, un pensiero che si distacca molto da tutti gli altri movimenti qigong. Tuttavia, le accuse mosse dal governo cinese hanno ostacolato lo sviluppo del Falun Gong, il quale è stato etichettato come un “culto malvagio”, tradotto con il termine xiejiao 邪教. Tale epiteto conferiva a questa pratica religiosa un’accezione negativa agli occhi sia della Cina che dei paesi occidentali, in quanto veniva definito come una setta o come un culto eterodosso. A causa delle manifestazioni e proteste create con lo scopo di contestare le azioni effettuate dal Partito Comunista Cinese, il movimento, visto dal governo come una forte minaccia per la società e per il governo stesso, è stato vittima di campagne di repressione create dal Partito Comunista Cinese. I praticanti sono stati perseguitati, imprigionati e sottoposti a torture all’interno di campi di rieducazione.
In questo elaborato, oltre all’analisi dell’ardua ascesa del movimento, viene esaminato lo sviluppo tecnologico in Cina, iniziato alla fine del XX secolo, con il quale i membri del Falun Gong hanno potuto comunicare in maniera più efficiente. Internet di fatto è diventato un mezzo di comunicazione fondamentale per la diffusione di informazioni dei seguaci soprattutto per lo sviluppo della comunità internazionale che si trovava al di fuori della Cina, creatasi grazie al trasferimento del leader Li negli Stati Uniti, ottenendo l’appoggio di tutte le autorità straniere riguardo gli abusi effettuati dal governo cinese.
Con l’emergere dei siti internet, la comunicazione fra i discepoli e il leader è stata ostacolata dal Partito, il quale ha reagito utilizzando i social media. Di conseguenza le azioni del movimento sono state trasformate in forme di attivismo sociale con l’obiettivo di combattere contro il governo per dimostrare la verità sul movimento. Attualmente il movimento sopravvive, soprattutto grazie al supporto dei paesi stranieri, che sono stati il “rifugio” di numerosi cinesi che sono scappati dalla persecuzione in Cina. I praticanti che si trovano all’estero, anche grazie al loro quotidiano, sostengono ancora i loro ideali anticomunisti e il loro attivismo che si oppone al Partito Comunista Cinese.