Abstract:
L’analisi si sviluppa intorno all’elezione a caso di studio del progetto contemporaneo Artonauti, le figurine dell’arte, ideato e promosso dall’Impresa Sociale WizArt S.r.l. e finanziato dalla fondazione Cariplo. Esso si configura come un innovativo strumento educativo finalizzato all’inclusione, ad un paritario e democratico allargamento della platea dei fruitori dell’arte e ad una sana contaminazione sociale ed interdisciplinare. La forma del ‘gioco ed imparo’ veicolata dal medium figurine si inserisce nel campo dell’Edutainment e, in parallelo, conduce ad una identificazione del prodotto Artonauti all’interno del settore della Popular Art. Anche grazie ad un confronto diretto con il team Artonauti, si è formulata una prima domanda di ricerca: si può giustificare e validare il processo di popolarizzazione dell’arte poiché volto ad una sua rapida e radicata diffusione all’interno della società tutta? L’interrogativo ha indirizzato la trattazione verso le elaborazioni estetiche, sociali ed economiche della Scuola di Francoforte che hanno portato alla genesi de ‘l’industria culturale’. Dalle pagine di Theodor W. Adorno sono stati mutuati i temi della mercificazione, della banalizzazione e dell’omologazione dell’arte ed anche la dualità, individuata dal filosofo, tra high and low nelle produzioni culturali.
Nel perseguire una contestualizzazione propositiva del caso di studio, si è poi intavolata una dialettica e riflessiva critica al pensiero dei teorici di Francoforte. Questa è stata formulata alla luce degli sviluppi del settore degli ultimi venti anni, ossia dell’avvenuta svolta creativa che ha portato al riconoscimento dell’edificazione delle Industrie culturali e creative. La seconda domanda di ricerca riguarda l’inquadramento del progetto Artonauti all’interno di un’ottica di imprenditorialità creativa, dal momento che esso si propone di originare e diffondere innovazione culturale attraverso un basilare slancio creativo che si concretizza anche in una particolare catena di valore.