Abstract:
La tesi “Il principio di separazione e la neutralità delle forme giuridiche: studio italo francese sui servizi di interesse economico generale in porto” nasce dalla necessità di definire i contorni giuridici della nozione di “servizio di interesse economico generale” (SIEG).
La scelta di esaminare la dimensione portuale, in quest’ottica, risulta particolarmente proficua in quanto, grazie alla dimensione del mercato coinvolto, consente riflessioni di particolare interesse.
Le principali sfide affrontate nella redazione della tesi attengono, in primis, all’osmotica connessione tra ordinamenti nazionali e ordinamento europeo. In altri termini, la tematica trattata – ineluttabilmente trasversale – costringe ad affrontare i cd legal transplant, ossia la circolazione (e contaminazione) dei modelli giuridici tra ordinamenti.
Il confronto tra le nozioni elaborate a livello europeo e a livello nazionale, in ambito portuale, farà emergere la sostanziale ed ineliminabile dose di politicità presente nel processo definitorio dei servizi di interesse economico generale.
Tale situazione, invero fisiologica, è stata mitigata attraverso la formulazione, a livello europeo, di definizioni “orientate allo scopo” (impresa, impresa pubblica, organismo di diritto pubblico etc) e tramite la cd "regolamentazione per principi".
Si osserverà come il tramonto delle tradizionali categorie giuridiche soggettive influenzi le norme applicabili alle Amministrazioni Pubbliche: in altri termini, la disciplina che regolamenta il caso concreto non opera più sulla base della semplice identificazione del soggetto agente, ma mediante complesse ricostruzioni, orientate agli interessi, di volta in volta, protetti.
Particolare attenzione è stata dedicata anche alle forme di affidamento dei SIEG. Il principio di libera amministrazione è uno dei cardini dell’ordinamento francese, mentre in Italia il ricorso al modello in house risulta essere subordinato all'esternalizzazione (e totalmente vietato, salvo alcune deroghe, in materia portuale). Si è, dunque, scelto di analizzare nel dettaglio la normativa italiana in materia di società pubbliche al fine di comprendere se la giustificazione di tale discrasia sia rinvenibile nelle peculiarità di una disciplina priva degli elementi indispensabili di concorrenzialità.