Abstract:
I recenti fallimenti della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca hanno messo in discussione il ruolo istituzionale ricoperto dalle banche popolari ed evidenziato l’inadeguatezza del precedente sistema di regolamentazione. In entrambi i casi, la crisi deriva da un insieme di comportamenti apparentemente scorretti, associabili in gran parte a condotte poco etiche o fraudolente compiute dagli organi decisionali. Dopo l’entrata in vigore del Testo Unico delle leggi in materia bancaria e creditizia (TUB) nel 1994 che ha reso di fatto meno marcati i confini tra attività bancaria e attività d’impresa, le banche si sono prevalentemente dedicate alla massimizzazione dei profitti e alla vendita di molteplici prodotti finanziari. In tale contesto l’utilizzazione del concetto e della fattispecie di frode aziendale da un punto di vista teorico, ha consentito di ricercare affinità tra due casi affrontati e la dottrina relativa alle frodi.
La tesi si focalizza sullo studio dei due casi esaminati, attraverso l’osservazione della loro evoluzione strutturale nel tempo, dei rendimenti calcolati dai loro bilanci annuali e delle relazioni redatte dagli organi di vigilanza. Da questa analisi sono emersi episodi, quali la vendita di azioni sovrastimate, operazioni baciate, discutibili modalità di erogazione del credito e il fenomeno delle “porte girevoli”, che affondano le radici e trovano necessariamente fondamento nella responsabilità dell’azione della governance.
Come facilmente prevedibile, in Veneto, regione più danneggiata per numero di azionisti coinvolti, si è diffuso un rilevante malessere sociale, che comprende una serie di stati d’animo, come la vergogna della propria ingenuità, la rabbia verso i presunti colpevoli e, a tratti, la sorpresa per eventi inaspettati ed imprevedibili. Dopo una serie di impegni volti a rimediare ai danni recati, il legislatore dovrebbe necessariamente ragionare sullo sviluppo di un miglior sistema normativo, al fine di prevenire tragedie di questa portata, che producono insoddisfazione fra i cittadini e sfiducia nelle istituzioni.
Sotto un diverso profilo, si rileva che la nascita di movimenti dediti allo sviluppo dell’educazione finanziaria potrebbe essere un’interessante proposta per ridurre l’analfabetismo finanziario e rendere più consapevole l’utente dei prodotti presenti sul mercato finanziario e dei rischi connessi al loro acquisto.