Abstract:
Questa ricerca parte dall’analisi del concetto di Unheimlich con lo scopo di fare emergere il peculiare legame tra la figura del mostro e il sentimento perturbante, utilizzando tale base teorica come chiave interpretativa per alcune opere di arte contemporanea a soggetto mostruoso. Il lavoro si apre con l’indagine linguistica della parola Unheimlich e l’analisi dei testi di E. Jentsch Sulla psicologia dell’Unheimlich, primo saggio dedicato al perturbante, e di S. Freud Il perturbante, più importante trattazione sull’argomento, segue lo studio della teoria di M. Mori, l’Uncanny Valley. Ciò che si intende affermare è che il perturbante è un concetto sempre attuale, che può emergere all’interno negli ambiti più disparati ogni volta che i confini tra ciò che è familiare e ciò che è estraneo vacillano.
Successivamente si definisce cos’è un mostro e si evidenzia come l’incontro con esso metta in gioco il limite tra identità e alterità, talvolta oltrepassandolo e come nel cogliere qualcosa di familiare in una creatura spaventosa si scateni l’effetto perturbante. Infine, si vuole affermare che il concetto di Unheimlich può rivelarsi una categoria interpretativa utile per comprendere alcune opere d’arte che coinvolgono e spaventano allo stesso tempo. Vengono presi in considerazione alcuni casi: la mostra The Uncanny ideata dall’artista Mike Kelley, le opere dell’artista Ron Mueck, come esempio di mostro umano; le opere dell’artista Patricia Piccinini per il mostro animale; le opere dell’artista Mariko Mori, per il mostro tecnologico.