Abstract:
L'intento di questa dissertazione è quello di far luce su una tipologia di decoro su vetro ad oggi ancora poco studiata a livello mondiale, ovvero la pittura a freddo sul rovescio. A seguito di una prima parte dedicata ad aspetti terminologici e tecnici e agli sviluppi storici di questa forma artistica, si è concentrata l'attenzione su una serie di manufatti vitrei rinascimentali suddivisi in varie categorie sulla base dei soggetti e dei motivi rappresentati (lastre a carattere devozionale, piatti e coppe dipinti con stemmi e grottesche, piatti e coppe con scene mitologiche,...), con il preciso fine di presentare adeguate proposte di datazione e provenienza, specialmente grazie ad un'attenta analisi iconografica e - ove possibile - al confronto con altre opere coeve (dipinti, maioliche, bronzi,...). Ciò che è emerso da questo studio, è che la gran parte dei vetri presi in esame, conservati tra Europa, Russia e Stati Uniti, spesso poco considerati e sbrigativamente registrati nelle schede tecniche museali, manifesta un'altissima qualità tecnico-esecutiva con schemi figurativi ricorrenti ed immagini dipinte che riproducono modelli a stampa cinquecenteschi piuttosto noti e legati primariamente alla cerchia di incisori di Raffaello, quali Marcantonio Raimondi, Marco Dente da Ravenna, Giulio Bonasone e il Maestro del Dado. Nonostante il numero esiguo di esemplari superstiti, l'esistenza di più vetri dipinti a partire dai medesimi prototipi a stampa e talvolta la fusione di elementi tratti da diverse incisioni, evidenzia un contesto produttivo seriale e di bottega, che si crede più verosimilmente veneto ed italiano, ma che, in assenza di prove archivistiche e documentarie, ancora non può essere definito con certezza.