Abstract:
Negli anni ottanta e novanta, molti governi adottarono politiche neoliberali ispirate agli Usa e al Regno Unito con l’obiettivo di “snellire” la grande macchina dello Stato imprenditore, per combattere l’indebitamento in cui erano incorse molte delle imprese di Stato. Uno dei settori più importanti investiti da questo tipo di riforme fu il servizio ferroviario.
La tesi prende in esame le grandi aziende ferroviarie pubbliche di Italia e Argentina che, dal secondo dopoguerra, avevano sperimentato un declino nella domanda e una crescita del debito. In entrambi i casi si decise di procedere con la privatizzazione, ma con esiti differenti.
Il primo capitolo esaminerà le cause che hanno portato i governi dei rispettivi paesi, dopo il 1980, alla riforma del sistema. Il secondo sarà dedicato alle problematiche associate al processo di privatizzazione. Infine, nel terzo capitolo, attraverso un esercizio di comparazione, si cercheranno di spiegare i diversi esiti nei due contesti nazionali.
In Italia, infatti, agli inizi del nuovo millennio, cominciavano a vedersi i frutti delle nuove regole del mercato ferroviario. In Argentina, invece, le politiche neoliberali avevano ottenuto l’effetto di portare alla dissoluzione di Ferrocarriles Argentinos e alla concessione totale del trasporto merci sulle poche linee ancora in funzione e dei treni addetti al trasporto metropolitano.
In questo modo si troverà una risposta alla domanda di ricerca: perché il processo di privatizzazione ha avuto conseguenze tanto differenti tra Italia e Argentina? Così facendo si potrà contribuire alla letteratura esistente con un’analisi comparativa che aiuti a comprendere gli effetti del neoliberismo nel lungo periodo in materia di politica ferroviaria.