Abstract:
Questo elaborato si propone di trattare la correlazione tra Buddismo e vegetarianismo in Cina, paese dove la società food-oriented pone da sempre particolare enfasi al ruolo del cibo, in campo sociale, politico e religioso. Il cibo va inteso come il tesoro ereditario di una cultura che si è plasmato a seconda del ruolo da assumere. Si passa dalla “cucina del sacrificio” che percepisce il cibo come uno strumento di giuntura tra realtà umana e quella trascendentale del periodo Shang-Zhou, al cibo come di un marcatore a testimonianza di un certo status sociale, giungendo al valore attribuito dalle varie comunità religiose affermatesi in Cina, che si servono del cibo per praticare la propria dottrina e per raggiungere la felicità, per trovare un senso di comunione e di identità. Attraverso lo studio di alcuni testi sacri alla scuola buddista Mahayana, si nota che (solo) in Cina è stata dichiarata necessaria osservanza della regola vegetariana da parte prima dalla sangha ed in seguito, su stimolo politico, anche dalla comunità laica. Il motivo che ne sta alla base si esprime attraverso il primo precetto. Ma in realtà quello che si evince è che il vegetarianismo è una scelta libera e malleabile, non è un dogma. E come tale, nella Cina di oggi il vegetarianismo viene praticato per motivi diversi da quello religioso, anche a dimostrazione del fatto che diete e regimi alimentari particolari sono sempre stati presenti nel corso della storia.