Abstract:
Il mio lavoro di tesi intende trattare la situazione del settore tessile tunisino con particolare attenzione alle forme di mobilitazione femminile. Ho scelto di indagare questo settore perché è uno dei più controversi nel paese: rappresenta certamente uno dei tasselli più importanti per l’economia tunisina, tuttavia non si può non parlare delle tragiche ripercussioni che ha avuto sui lavoratori. Difatti, le riforme neoliberali che hanno investito il mondo arabo negli anni ’90 hanno stravolto completamente le esigenze di mercato, richiedendo ritmi di produzione accelerati e delocalizzando e sfruttando la manodopera che diventa a basso costo. In particolare, la componente femminile della classe lavoratrice di questo settore è la prima a essere colpita: è molto più facile sfruttare una donna per diverse ragioni, ma è altrettanto vero che sono proprio le donne le prime ad attuare forme di mobilitazione per ribellarsi a un sistema opprimente.
Mi interesserò di analizzare com’è cambiata la situazione post riforme, per poi volgere lo sguardo all’economia tunisina con focus sul settore tessile e poi a come le donne si sono organizzate per mobilitarsi. Scopo del lavoro è fare luce sulle problematiche di questo settore dove la cosiddetta “fast fashion” ha preso il sopravvento e vedere l’impatto che quest’ultima ha avuto non solo sul mercato, ma soprattutto sulle condizioni delle persone che ci lavorano, in particolar modo sulle donne, considerate come categoria debole in quanto meno istruite e più propense fisicamente a produrre capi d’abbigliamento per catene di fast fashion come Zara, H&M ecc. per poi osservare come saranno in grado di organizzare mobilitazioni di protesta. La Tunisia è uno dei paesi arabi maggiormente coinvolti nel settore tessile – e il caso di Monastir ne è un esempio – oltre che maggiormente rappresentativi delle tematiche voglio trattare, per questo l’ho scelto come oggetto di studio della mia indagine.