Abstract:
Il presente lavoro si impegna a presentare la filosofia di Jean-Jacques Rousseau quale essenzialmente filosofia critica, tanto rispetto alla dimensione sociale e politica quanto a quella antropologica. Nel primo caso, tale filosofia assume le spoglie di una critica aspra della modernità che ne illumina gli aspetti negativi senza escluderne le positive possibilità; nel secondo caso, coincide con una nuova teoria della soggettività legata a un nuovo razionalismo, qui inteso come fondamentalmente criticismo, che raggiunge l’universalità di un nuovo sentire etico ed è la base di un nuovo pensiero politico. L’arco meditativo rousseauiano che qui si cerca di rischiarare, dunque, comincia dalla critica della società e della soggettività del suo tempo per tradursi nel difficile tentativo di costruire un’alternativa. Tutto ciò si articola in tre capitoli più una conclusione. Il primo capitolo prende in considerazione il Discorso sulle scienze e sulle arti quale atto di nascita della critica contro il movimento astratto della cultura e il Discorso sull’origine della disuguaglianza quale approfondimento della medesima e suo passaggio ai temi antropologici e politici. Il secondo capitolo si concentra invece sulle opere Giulia o La nuova Eloisa e Emilio per indagare il nuovo senso della razionalità proposto da Rousseau e per comprendere com’esso sia legato alla necessità di ripensare una nuova comunità. Il terzo capitolo infine si occupa degli Scritti politici, con particolare riferimento al Contratto sociale. La conclusione riassume il senso complessivo dell’indagine svolta, individuando una delle eredità del pensiero rousseauiano negli scritti giovanili di Karl Marx.