Abstract:
Il futuro sarà caratterizzato da un trend demografico in aumento che, unito ad un continuo miglioramento degli stili di vita, e all’incremento del benessere sociale, porterà ad un innalzamento della domanda di beni di sussistenza, ed in particolare di generi alimentari, che si scontrerà con un’offerta sempre più limitata da un ecosistema sovrasfruttato. Ciò si può osservare chiaramente nel caso della pesca: secondo gli scenari di previsione elaborarti dalla Banca Mondiale, per il 2030, a livello globale, ci sarà una richiesta di 261 milioni di tonnellate solo di prodotti ittici; ma già al giorno d’oggi l’eccessivo ricorso alla pesca tradizionale sta impoverendo le risorse marine con un conseguente danno all’ecosistema ed alle specie che lo abitano. Per ovviare almeno in parte al problema, negli ultimi 50 anni è stato sempre più sviluppato il settore dell’acquacoltura. Sono moltissime le ricerche effettuate per aumentare le conoscenze in questo settore e proporre innovazioni per renderlo sempre più efficiente; ne è un esempio il progetto triennale AlgaSphera (PR.FEM.PPA201700.3 / PR.FEM.PPA201700) che ho potuto seguire per alcuni mesi. Il progetto è iniziato nel 2017 presso l’istituto andaluso di investigazione e formazione agraria ed ittica, IFAPA, de El Toruño, nella provincia di Cadice, in Spagna. L’obiettivo principale è ottenere microsfere capaci di conservare biomassa viva di microalghe per lunghi periodi di tempo, al fine di impiegarle in acquacoltura come alimento per la fase iniziale dell’alimentazione esogena di pesci marini. Tali particole sono state prodotte incapsulando, con l’utilizzo di un incapsulatore BUCHI B-390, una miscela di alginato e microalghe concentrate vive dei generi Tetraselmis e Diacronema. Sono state successivamente conservate e ne è stata monitorata la vitalità nel corso dei mesi attraverso analisi con colorante vitale Blu di Evans, analisi della fluorescenza, della capacità di crescita e dei nutrienti.