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Attraverso l’analisi dell’opera letteraria di Charles Perrault, in particolar modo di testi quali “Le siècle de Louis le Grand”, “Parallèle des Anciens et des Modernes” e “Histoires ou contes du temps passé”, questa tesi si propone di mostrare come l’autore si inscriva all’interno del contesto filosofico, letterario, culturale e sociale del suo tempo.
Tramite l’analisi critica delle produzioni letterarie di Perrault, contestualizzate all’interno della Querelle des Anciens et des Modernes, la tesi tenta di evidenziare come, grazie soprattutto all’influenza della neonata filosofia cartesiana, emerga una figura chiave per la Modernità: il subiectum.
Il lavoro di tesi, inoltre, tenta di mostrare come questo prodotto reale del pensiero permei ideologicamente tutta l’opera letteraria dell’autore francese che, attraverso le proprie produzioni, se ne fa rappresentante e promotore, incarnandone tutte le caratteristiche fondamentali: il bisogno di autorappresentazione, l’attenzione alla ricezione del prodotto letterario, il discredito e l’esclusione di tutto ciò che non rientra nel dominio autorappresentativo, il livellamento delle differenze tramite il loro assoggettamento, in particolar modo sul piano morale.
Questa tesi si propone, infine, di mostrare come, attraverso la creazione e l’impiego del genere letterario della fiaba, Perrault proponga un modello che, incarnando le caratteristiche del subiectum, sia soggetto alla ripetizione e alla riproduzione: le generazioni successive, infatti, dall’Ottocento alla Contemporaneità, utilizzano e riproducono il modello narrativo fisso dato dalla fiaba, la cui non complessità a livello di personaggi e linearità a livello d’intreccio rendono ideali le operazioni di ripetizione, propaganda e divertimento, caratteristiche di ciò che i filosofi Theodor W. Adorno e Max Horkheimer chiamano “industria culturale”, di cui questa tesi considera l’opera di Perrault un esempio ante litteram. |
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