Abstract:
La contrada Costa del comune di Breganze è il luogo in cui nel 1839 si compie un misterioso omicidio, apparentemente privo di un autore e di un movente plausibile. Una donna, già ammalata, viene pugnalata con ferocia nel proprio letto; non è in grado di identificare il proprio aggressore, o forse non vuole farlo: il silenzio diventa strumento di accusa, nelle mani del giudice, da utilizzare sei anni dopo lo svolgimento dei fatti. Il fascicolo processuale, redatto dal Tribunale provinciale di Vicenza, illustra il lungo percorso della giustizia austriaca per trovare il colpevole e svela le dinamiche interne alla contrada e le relazioni instaurate tra i suoi abitanti e le comunità vicine. Interrogatori, missive scambiate tra magistrature politiche e criminali e la ricostruzione degli eventi effettuata dai “giudici relatori” fanno emergere il tema della vendetta e il problema di formulare una valida prova legale, nel rispetto del Codice penale del 1803, contro il presunto reo. La documentazione può fornire ipotesi interpretative non prese in considerazione dal tribunale, in particolar modo sul movente e sui possibili mandanti del delitto.