Abstract:
“Al principio dell’età cristiana e per tutto il medioevo biblioteche ed archivi furono istituti non nettamente differenziati,talchè libri e documenti furono custoditi in un unico locale” (Cassese,1949). Gli istituti culturali avevano lo stesso nome, perché considerati dimora delle Muse il tempio della cultura. La confusione terminologica e di ruoli dei diversi istituti cominciò a risolversi solo con la riflessione ottocentesca sul concetto di archivio e sull’ordinamento per materia, ma anche con la costruzione delle identità nazionali e degli strumenti ideologici per rivendicare le differenti identità professionali. Lo sviluppo del web e delle nuove tecnologie informatiche, tuttavia, hanno imposto un forte cambiamento; vengono messe in crisi,infatti,le tradizionali separazioni dei saperi e delle discipline, con processi che hanno come obiettivo la loro convergenza. L’idea che si ha oggi è quella di una sorta di ritorno al passato, di scambio e d’interoperabilità, in cui le linee di confine tra i diversi settori disciplinari sembrano ormai frastagliate ed incerte. Basti pensare ai patrimonio culturali di nuovo tipo (quali fotografie, audio/video, prodotti multimediali) che possono essere definiti come materiali di confine, difficili da collocare in un settore disciplinare ben preciso,ma in una sorta di “terra di nessuno”. Sotto questo impulso sono nati differenti progetti per favorire la convergenza tra gli istituti culturali, quali la World Digital Library o l’Archivio Progetti.