Abstract:
Il presente lavoro di tesi analizza la teoria freudiana dell’arte alla luce delle categorie interpretative di Paul Ricoeur. In modo particolare si fa riferimento ai concetti di archeologia e teleologia così come vengono descritti nell'opera "Della interpretazione: saggio su Freud". Attraverso queste due categorie l’autore francese intende congiungere la tradizione psicanalitica a quella ermeneutica.
L'elaborato consta di due parti. Nella prima parte si chiarisce come il rapporto tra archeologia e teleologia, tra regressione e progressione, sia un rapporto dialettico e in quanto tale si nutra della necessità di entrambi i termini del rapporto. La finalità di questa prima parte è quella di introdurre la cornice generale entro la quale collocare le riflessioni sul fenomeno culturale dell’arte, rimarcando come il senso di ogni manifestazione culturale, arte compresa, vada letta dopo Freud alla luce di una decostruzione che, nella prospettiva di Ricoeur, non è fine a se stessa ma è il prerequisito per la possibilità della costruzione di significati culturali autentici e non ingenui.
La seconda parte affronta l’analisi del fenomeno artistico nell’opera di Freud rilevando le ambiguità della trattazione freudiana. Se da una parte infatti concetti quali la sublimazione e il narcisismo sembrano ridurre l’arte a nient’altro che energia rimossa o spostata, accomunando l’arte alle manifestazioni sintomatiche e al delirio onirico, dall’altro lato l’arte viene vista da Freud come una possibilità del sublime, una specificità umana in grado di elevare l’uomo oltre la malattia e oltre la propria animalità.
È questa ambivalenza il tema centrale della presente riflessione. Infatti, nella prospettiva di Ricoeur, questa ambivalenza viene non solo mostrata ma considerata inevitabile. L’oscuro e il notturno sono il sottofondo che la cultura deve indagare per giungere alla coscienza di sé. Senza tale sforzo infatti la cultura diviene idolo come sogno desto.
L’arte è la prima figura del notturno in piena luce. La psicanalisi, mostrandone genealogicamente le origini, la proietta al contempo nella dimensione di una ermeneutica della condizione umana.