Abstract:
Il sistema finanziario islamico ha un giro d’affari che presenta tassi di crescita tra i più interessanti dell’intero mondo economico e l’ultima grande crisi finanziaria che ha messo in ginocchio gran parte delle istituzioni finanziarie occidentale sembra non avere colpito la finanza islamica.
Secondo i dati riportati dalla IFSB nel “Islamic Financial Services Industry Stability Report 2018”, l’industria finanziaria basata sulle regole coraniche mostra tassi di crescita year-on-year del 11% e del 6% nel quinquennio 2012-2017, muovendo un volume di 2.4 trilioni di dollari in asset in 56 paesi, ma con le maggiori concentrazioni in quelli del Medio Oriente e del Sud-Est asiatico.
Il settore finanziario è caratterizzato da tre segmenti principali: le banche, i mercati finanziari e i takaful (le assicurazioni islamiche). Sicuramente chi la fa da padrone è il sistema bancario in termini strutturali e di masse gestite; infatti, nonostante una leggera contrazione nell’ultimo biennio, circa il 71% del volume dell’intero Islamic Financial Services Industry è imputabile alle banche islamiche e alle “windows” degli istituti tradizionali dedicate alla vendita di prodotti conformi la Shari’a.
Lo studio della Finanza Islamica è indissolubilmente associato alla religione coranica.
Per poterla comprendere occorre, preventivamente, indagare su cosa sia l’Islam, come esso influisca sui rapporti personali, sui rapporti economici e sulla società nel suo insieme. Non può essere semplicemente considerata come una religione, perché tutto ruota attorno al concetto di comando divino espresso tramite il Profeta Maometto. Questi dettami, derivanti da Dio, individuano un vero e proprio stile di vita che abbraccia ogni sfaccettatura della vita terrena: dai legami personali, al culto, all'economia sino all'alimentazione e all'abbigliamento. Per un credente, l’intera vita è caratterizzata dalla spiritualità e nessun aspetto dell’esistenza stessa si può laicizzare.