Abstract:
La tesi è stata scritta durante il mio soggiorno in Giordania, periodo in cui ho prestato servizio di volontariato in collaborazione con Caritas alle famiglie siriane, in particolare nel governatorato di Zarqa e Mafraq. Durante le interviste rivolte alle famiglie nelle comunità ospitanti è più volte emerso che mentre i bambini più piccoli erano iscritti a scuola, il figlio maggiore, di età tra i 13 e i 18 anni, doveva invece lavorare per aiutare il padre a mantenere la famiglia, scegliendo di non continuare il percorso scolastico. Dall’intervista svoltasi con Yumi Matsuda, rappresentante UNICEF ad Amman, il lavoro minorile, insieme al matrimonio delle bambine è il fenomeno più attivo e preoccupante in Giordania, e l’UNICEF ha già iniziato campagne di sensibilizzazione e aiuti alle famiglie per far fronte al problema. Un ruolo fondamentale nella gestione dei rifugiati è svolto dall’UNHCR, per conto del quale ho intervistato Francesco Bert, Senior External Relations Officer ad Amman che mi ha fornito una panoramica generale dei maggiori campi in cui l’agenzia lavora e i servizi che essa offre. L’intervista con lo Zaatari Camp Manager (dal 2014 al 2016) Hovig Etyemezian è stata illuminante per la chiave di lettura che ho deciso di dare alla mia tesi: al di là delle infinite critiche che sono state rivolte al governo giordano, bisogna ammettere che esso, a differenza per esempio dell’Europa, è stato in grado di accogliere un grandissimo numero di rifugiati senza minare la stabilità interna e riuscendo ad evitare il malcontento del suo popolo. Il primo capitolo analizza le relazioni tra Siria e Giordania nella storia, caratterizzate da un alternarsi di rivalità e cooperazione, l’ultima dovuta soprattutto da fattori economici; il secondo capitolo studia la figura del rifugiato nella legge internazionale e l’apparato giuridico che circonda la Giordania nella sua politica di accoglienza dei rifugiati. Infatti, lo stato non è firmatario della Convenzione sui rifugiati del 1951 tuttavia ha ratificato diversi documenti riguardanti la questione, primo tra tutti il Memorandum of Understanding con l’UNHCR. Infine, il terzo e quarto capitolo si focalizzano rispettivamente sul lavoro e sull'educazione in relazione ai rifugiati siriani e sull'influenza che queste ondate migratorie hanno avuto sul mercato del lavoro e sul sistema educativo. La tesi punta ad individuare le strategie per le quali la Giordania è riuscita ad ottenere un equilibrio per il quale non ha smesso di accogliere rifugiati, ma allo stesso tempo non ha trascurato i bisogni della popolazione giordana, tenendo conto anche della limitata disponibilità di risorse e dell’estensione territoriale ridotta. Il Regno Hashemita infatti è il secondo stato più colpito dalla crisi siriana con la seconda quota più alta di rifugiati rispetto alla sua popolazione: la Giordania accoglie circa 762 mila rifugiati.