Abstract:
In questo scritto verrà discussa e analizzata la rappresentazione del nazismo in alcune opere chiave della letteratura e del cinema dei nostri tempi, e principalmente 'Le Benevole' di Jonathan Littell, numerosi romanzi e racconti di Roberto Bolaño (fra i quali '2666', 'La letteratura nazista in America', 'Stella distante', 'Il Terzo Reich') e 'La casa di Jack' (2018) di Lars von Trier. In queste opere, infatti, è presente un interesse o un'ossessione per il nazismo, inteso a volte come minaccia concreta, a volte come spettro, a volte persino come polo ideologico, come nesso di simboli e atteggiamenti radicati nell'immaginario, come complesso psichico.
Facendo uso dell'apparato critico e teorico composto dalle categorie di "secco" e "umido" delineate da Littell, dall'analisi del sadismo in Deleuze ('Il freddo e il crudele') e dalla riflessione junghiana sulla "funzione pensiero" (cf. Cinquegrani, 'Il sacrificio di Bess'), verranno messe a confronto le rappresentazioni del nazismo in queste opere al fine di studiare a quali forme e a quali significati viene associato il nazismo nell'immaginario del XXI secolo, oltre la sua realtà storica concreta. Tre risulteranno essere le modalità rappresentative prevalenti: (i) il nazista come (una) manifestazione del Male assoluto e metafisico; (ii) come rappresentante di un ordine violento, segreto e mai sconfitto; (iii) come "doppio" oscuro del protagonista o talvolta persino dell'autore stesso.