Abstract:
Il turismo è storicamente caratterizzato da un fabbisogno informativo che i dati di base (arrivi e presenze di Fonte ISTAT) non sono in grado di colmare, restituendo solo in modo parziale la reale entità espressa dal mercato e non fornendo informazioni su temi-chiave quali: la spesa, i profili di clientela (età, sesso, motivazione), le modalità di accesso alla destinazione, il comportamento di consumo, il peso economico in termini di reddito e occupazione. In quest’ottica, l’utilizzo di fonti alternative - seppur non ufficiali e tendenzialmente parziali, in primis internet e le nuove tecnologie - rappresenta una valida proxy attraverso cui ricomporre un quadro conoscitivo maggiormente completo del contesto locale. E d’altra parte, nel turismo moderno, il processo di acquisto - di per sé - determina il crearsi di un patrimonio informativo dal valore inestimabile, spesso inutilizzato: si considerino ad esempio i numerosi strumenti di monitoraggio attivi all’interno degli stessi sistemi di informazione e prenotazione. Tale considerazione rappresenta l’incipit della tesi che in questa sede vogliamo approfondire e verificare: attraverso l’elaborazione di un metodo che pone in relazione i dati di base (ufficiali) su arrivi e presenze ed i numerosi data bases estrapolabili da alcune selezionate (per obiettivo) fonti alternative, si cercherà di dimostrare come lo sviluppo di una corretta e completa conoscenza dei fenomeni rappresenti un ineludibile prerequisito a supporto delle decisioni dei policy makers e, più in generale, delle politiche del turismo in ambito locale. Elemento discriminante risulta essere la presenza a livello globale e/o locale di uno o più providers in grado di fornire una serie di dati integrabili con quelli ufficialmente raccolti in via istituzionale (ISTAT), nonché di un soggetto (un osservatorio turistico di destinazione) in grado di elaborare gli stessi in modo finalizzato.