Abstract:
Il presente elaborato intende esplorare, in accordo con le più recenti ricerche nel campo dell’economia, il tema della Behavioural Economics e le possibili applicazioni nell’ambito del settore culturale, con particolare focus sulla museologia. Il fine di questo studio vuole essere quello di analizzare nuove misure recentemente introdotte per coinvolgere il vecchio e il nuovo pubblico (audience development). Infatti, il primo capitolo elabora le peculiarità del settore culturale sulla base del contesto economico tradizionale. Inoltre, sottolineando le principali azioni esercitate dall’intervento Statale, si giunge all’analisi dell’attuale contesto museale, relativo alla situazione italiana, riponendo maggiore attenzione alle attuali teorie nella direzione dell'Audience development. Si procede con il secondo capitolo a presentare quanto emerso dalle più rilevanti ricerche nel campo della Behavioural Economics che, attraverso l’inclusione di teorie in ambito della psicologia e della sociologia, mette in discussione le assunzioni alla base della teoria dell’utilità del consumatore. L' analisi si focalizza su quanto proposto da Richard Thaler e Cass Sunstain, la "teoria dei nudge", che si basa su sul principio della "spinta gentile" o nudge: secondo questo concetto è possibile indirizzare la scelta del consumatore in maniera prevedibile senza impedire o vietare la possibilità di compiere un'altra scelta.
Infine, attraverso l’analisi del caso studio “nudging museum attendace: a fiel experiment with high school teens” applicato alla realtà del Museo di Palazzo Vecchio di Firenze, si intende analizzare l’applicazione degli strumenti di Behavioural Economics a un’istituzione culturale. Mettendo in luce le debolezze delle assunzioni del capitolo primo, si cercherà infatti di concepire l’idea di un possibile utilizzo degli strumenti alla base dell’economia comportamentale, come il nudge, per il settore museale, ricollegandosi quindi ai ragionamenti circa l'Audience development.