Visioni esposte. L'esperienza pittorica e cinematografica di Michelangelo Antonioni.

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dc.contributor.advisor Dalla Gassa, Marco it_IT
dc.contributor.author Rizzioli, Giorgia <1993> it_IT
dc.date.accessioned 2019-06-20 it_IT
dc.date.accessioned 2019-11-20T07:07:45Z
dc.date.issued 2019-07-18 it_IT
dc.identifier.uri http://hdl.handle.net/10579/15153
dc.description.abstract Il seguente lavoro si propone di analizzare l’attività artistica di Michelangelo Antonioni, sia essa rappresentata dal suo cinema, sia essa condensata nella sua pittura. La premessa da cui si parte, dunque, è la relazione già individuata, discussa e studiata dalla critica precedente, tra arti figurative e cinema all’interno dell’opera dell’autore ferrarese. Caratterizzante del processo creativo tout court, tale biunivocità è motivata da molteplici fattori, primo fra tutti la percezione della realtà, intesa come prodotto tra visione e immaginazione. È a partire dall’osservazione, infatti, che il processo artistico sorge, si sottrae all’oggettività della materia, scorre tra le interpretazioni soggettive, per poi sfociare nel decantato prodotto che è l’opera d’arte. Quello che si viene a creare è il risultato di tale fluire, che nel caso specifico di Antonioni si concretizza in due diramazioni parallele: quella cinematografica e quella pittorica. Frutto di un’unica visione sul mondo, queste due esperienze artistiche si investono di problematicità quando si inseriscono le une sulle altre. Comprendere l’unità della matrice della visione antonioniana, sia essa tradotta nel fare pittorico, sia essa trasposta nel fare filmico, consente di analizzare queste due istanze come un unicum artistico e dunque di porre in rilievo il momento espositivo. È il caso specifico della pittura diegetica esposta all’interno delle pellicole antonioniane, processo che per l’appunto fa considerare il cinema quasi come un luogo espositivo; ma è anche nella direzione contraria che questo discorso può essere considerato. Di fatto è possibile analizzare la pittura di Michelangelo Antonioni esposta nelle sale museali, in particolare il ciclo de Le Montagne Incantate, nell’accezione di cinema esposto, che ha trovato formulazione negli anni Novanta. Cinema come luogo espositivo e cinema esposto: due istanze che però si intrecciano, seppure a livello microscopico, nella dimensione dell’immagine. A tal fine, l’analisi del fondo documentario e di quello fotografico conservati nelle sedi dell’Archivio Michelangelo Antonioni di Ferrara, delinea perfettamente l’unità di visione di queste due configurazioni creative, che trovano completa confluenza nell’interpretazione del paesaggio, il quale si eleva a simbolo di tale connubio estetico. it_IT
dc.language.iso it it_IT
dc.publisher Università Ca' Foscari Venezia it_IT
dc.rights © Giorgia Rizzioli, 2019 it_IT
dc.title Visioni esposte. L'esperienza pittorica e cinematografica di Michelangelo Antonioni. it_IT
dc.title.alternative Visioni esposte. L'esperienza pittorica e cinematografica di Michelangelo Antonioni it_IT
dc.type Master's Degree Thesis it_IT
dc.degree.name Storia delle arti e conservazione dei beni artistici it_IT
dc.degree.level Laurea magistrale it_IT
dc.degree.grantor Scuola in Conservazione e Produzione dei Beni Culturali it_IT
dc.description.academicyear 2018/2019_sessione_estiva it_IT
dc.rights.accessrights closedAccess it_IT
dc.thesis.matricno 842778 it_IT
dc.subject.miur L-ART/03 STORIA DELL'ARTE CONTEMPORANEA it_IT
dc.description.note it_IT
dc.degree.discipline it_IT
dc.contributor.co-advisor it_IT
dc.date.embargoend 10000-01-01
dc.provenance.upload Giorgia Rizzioli (842778@stud.unive.it), 2019-06-20 it_IT
dc.provenance.plagiarycheck Marco Dalla Gassa (dallagas@unive.it), 2019-07-08 it_IT


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