Abstract:
L’approccio tradizionale per determinare il valore intrinseco di una società si basa sull’assunto che, nel lungo periodo, essa arrivi a guadagnare esattamente il suo costo del capitale. Questa assunzione è implicita nel modello
“steady state” caratterizzato da un rapporto di indebitamento costante, dall’assenza di variazioni del circolante commerciale e dal fatto che gli investimenti di rinnovo eguaglino gli ammortamenti, portando ad un valore attuale delle opportunità di crescita future pari a zero. Sebbene le logiche finanziarie e contabili richiedano considerazioni di questo tipo nel valutare una società, spesso accade che gli analisti di mercato (soprattutto dal lato vendita) tendano a sovrastimare il valore intrinseco della società stessa, considerando un valore attuale delle opportunità di crescita (PVGO) positivo senza fornire motivate spiegazioni nei loro reports a sostegno di questa scelta.
Questo progetto di tesi è quindi volto ad indagare quali sono i “bias” che si celano dietro queste scelte non del tutto inusuali, verificare la possibilità di applicare determinati “nudges” come strumenti di correzione indotta nei criteri valutativi e comprendere come mai l’arbitraggio, regola aurea che governa il mercato, trova in questi casi delle limitazioni operative. Il tutto con l’ausilio e supporto di dati quantitativi volti a dare un taglio scientifico a questo progetto di ricerca fortemente incentrato su tematiche di “Behavioral Finance”.