Abstract:
Questa tesi vuole approfondire la conoscenza dell'ambiente acquatico attivando un percorso che ne evidenzi la sua specificità e originalità. L'obiettivo è sottolineare la necessità di conoscerlo, "impararlo" per poter sfruttarne appieno le caratteristiche e le possibilità.
L’uomo è un essere terrestre e tutti i suoi riferimenti vengono meno nel momento in cui entra in acqua: la sua postura che da verticale dovrà adeguarsi all’orizzontalità, il suo apparato locomotore che dovrà attivare soprattutto gli arti superiori per gli spostamenti, nuovi equilibri che dovranno essere gestiti attivando soprattutto gli arti inferiori, la vista che non sempre potrà aiutare la direzione del movimento, la respirazione che dovrà essere adattata …
In ambiente acquatico non c’è più la forza di gravità: si galleggia, si vola, l’acqua diventa uno spazio di libertà dei movimenti e la resistenza dell’acqua, massaggio.
Dal testo della psicomotricista francese Catherine Potel intitolato "le corps et l'eau” traduco dal francese all’ italiano la prima parte, quella che analizza e sviluppa in chiave psicomotoria tutte le caratteristiche che fanno dell’acqua e dell’ambiente acquatico uno spazio sensoriale che stimola la senso percezione e l’ incontro con l’altro.
Ma l’acqua spesso incute anche paura, angoscia dovuta proprio al suo essere così diversa: è la paura di cadere, di essere inghiottiti…
Dal testo di Aude Legrand “Nager: une rencontre avec l’imaginaire“ traduco dal francese all’italiano il capitolo riguardante le espressioni francesi riferite al verbo “nuotare” e ai suoi derivati (plonger, tomber à l’eau, ..) con l’intento di approfondire questi sentimenti ambivalenti nei confronti dell’acqua anche dal punto di vista socio culturale.
Concludo questa tesi sottolineando la necessità di promuovere una nuova cultura dell’acqua che veda nell’ambiente acquatico una fonte di nuove opportunità motorie e sensoriali aperta a tutti.