Abstract:
Il lavoro che qui si presenta si svolge seguendo un duplice obiettivo.
La prima parte della tesi, infatti, è volta a dimostrare l’esistenza di una definizione consuetudinaria di tratta di esseri umani, analizzando la figura criminis nella sua evoluzione storica e delineando il confine tra il crimine di human trafficking e il reato internazionale di schiavitù.
Negli anni, a partire dalle prime convenzioni concernenti la tratta delle bianche, fino ad arrivare al recente Protocollo di Palermo, si è cristallizzata una definizione consuetudinaria di tratta di esseri umani, incentrata sul trasporto spaziale della vittima e ben distinta dal crimine di schiavitù così come delineato dallo Statuto della Corte Penale Internazionale.
La seconda parte della tesi, invece, dimostra, attraverso lo studio della giurisprudenza delle principali giurisdizioni penali internazionali, che, nonostante la tratta di esseri umani non sia espressamente tra i crimini di competenza della Corte Penale Internazionale, tale istituzione potrà giudicare di condotte criminali integranti lo human trafficking.