Abstract:
Pu Songling (1640-1715), è uno scrittore cinese vissuto durante gli ultimi anni della dinastia Ming
(1368-1644) e i primi di quella Qing (1644-1911). La sua vita è stata caratterizzata da un perpetuo
fallimento negli esami imperiali che, nel corso degli anni, lo hanno indotto ad esprimere il suo senso
di insoddisfazione verso la società feudale cinese attraverso la composizione della sua opera più
famosa: il Liaozhai zhiyi 聊斋志异 o Racconti fantastici dello studio Liao. Tale opera, composta da
491 storie scritte in cinese classico, appartiene al genere letterario del zhiguai 志 怪 (racconti sul
sovrannaturale), tipico dell’epoca delle Sei Dinastie (221-581), e del chuanqi 传 奇 (narrazioni
meravigliose), nato e sviluppatosi in epoca Tang (618-907). L’autore, attraverso le vicende narrate
nell'opera, spesso popolate da esseri sovrannaturali che si basano su leggende folkloristiche, critica
e ridicolizza l’ormai corrotto sistema statale cinese e la conseguente decadenza dei valori ortodossi
neoconfuciani in esso contenuti, causando , quest’ultimo, un senso di smarrimento in molti letterati
del tempo.
Nel corso dei secoli, numerose sono state le traduzioni proposte in diverse lingue straniere, molte
delle quali incomplete e aventi come testo di partenza la versione in cinese vernacolare (baihua 白
话 ) o una già tradotta in un’altra lingua straniera. Per quanto riguarda la lingua italiana, la più
completa è datata 1955 quando, Di Giura, pubblicò con Mondadori Fiabe Cinesi.
Nel primo e nel secondo capitolo di questa tesi verrà analizzata brevemente la vita e l’opera
dell’autore. Nel terzo capitolo verrà proposta la traduzione di alcune storie scelte, aventi come testo
di partenza la versione in cinese classico. L’ultimo capitolo sarà destinato al commento
traduttologico, nel quale verranno analizzati i vari problemi di traduzione affrontati durate tale
processo, in particolare quelli culturali e di resa in una lingua così lontana da quella di partenza.