Abstract:
Chi può parlare d'arte? Come è meglio farlo?
Per rispondere a queste domande confronto scrittura critica e scrittura letteraria, ponendo in antitesi i vincoli del linguaggio critico con la libertà della letteratura per capire quale sia il metodo più adatto a cogliere il significato dell'arte. Da una digressione sulla nascita e sul senso della critica, intesa come strumento dell’estetica che giudica la bellezza seguendo criteri razionali, passo allo studio della forma romanzesca. Il sodalizio tra artisti e scrittori non è nuovo, basti pensare al ruolo che hanno avuto personalità come Emile Zola e Charles Baudelaire nella promozione dei pittori di epoca realista come Courbet e Manet. Tuttavia negli ultimi anni è cresciuto sensibilmente il numero di casi in cui scrittori di fiction hanno parlato di arte all'interno delle loro opere (Auster, Bernhard, DeLillo, Pamuk, Vila-Matas). Obiettivo del mio studio è quello di verificare se la forma romanzesca possa restituire aspetti e sfumature dell'arte che i testi storici e critici non sono in grado di dare. Questo perché l'arte è fatta anche di minuzie, che gli scrittori (anch'essi artisti) sanno meglio individuare e raccontare. Indago, dunque, il territorio di intersezione tra arte e letteratura. Lo scopo è quello di studiare una lingua, quella letteraria, per capire come può narrare i complessi significati dell’arte, raggiungere concetti e raccontare emozioni altrimenti inesprimibili.