Abstract:
Il cambiamento climatico è uno dei problemi più urgenti del XXI secolo. Proprio per la sua portata globale, esso preme sempre più insistentemente sull’agenda dei governi di tutto il mondo, i quali però, continuano a dare risposte tutt’altro che efficienti.
Organizzata attorno all’interazione tra gli Stati all’interno del sistema delle Nazioni Unite, la governance globale del clima ha preso le sembianze di una sequenza di meeting e di convention internazionali (tendenzialmente a cadenza annuale) che insieme hanno generato solo mere aspirazioni d’intenti, scadenze disattese e accordi inconcludenti e inefficaci.
Se il regime climatico internazionale dovesse continuare su questa strada, sarà difficile immaginare un percorso di riduzione delle emissioni di gas serra, suggerito come necessario dalla comunità scientifica.
Pertanto, dato lo scarso risultato profilato dagli sforzi intrapresi a livello internazionale, si è palesata, e la Conferenza delle Parti di Parigi ne è testimone, l’esigenza da parte di una serie di attori sub e non-statali di intervenire, creando, per l’appunto, un nuovo spazio di opportunità e di sperimentazione (sia in termini di mitigazione che in termini di adattamento e resilienza) al fine di far fronte al problema climatico.
Questa nuova ondata di esperienze, portata avanti da organizzazioni non governative, aziende del settore privato, multinazionali, provincie e città, costituisce la fonte di dinamismo e innovazione all’ampio sistema della governance climatica globale.
In questa sede vedremo come le città si stanno prodigando per la causa e come, con il loro contributo, il problema del cambiamento climatico può essere gestito.