Abstract:
Il disastro del 3.11 segna un momento decisivo nella storia del Giappone contemporaneo, cambiandone drasticamente lo status quo della società giapponese.
A questa terribile tragedia sono seguite immediatamente risposte da ogni ambito: sociale, politico ed economico; tuttavia anche il campo culturale ha reagito immediatamente al disastro attraverso la musica, il teatro, la letteratura, la poesia, gli anime, i manga, i film, i documentari e la fotografia. In particolare questo elaborato si focalizza sulla fotografia, sia in ambito artistico che fotogiornalistico, e tenterà di analizzare il ruolo che questa ha assunto nel raccontare sia il disastro naturale che quello nucleare, attraverso lo studio dei singoli artisti che hanno contribuito a riscrivere il dramma secondo la propria visione. Nella prima parte dell’elaborato si andrà ad analizzare come la fotografia, in particolare quella classificabile come fotogiornalistica, definibile come vero e proprio mezzo di comunicazione oltre che come oggetto artistico, sia stata in grado di trasmettere anche a chi era esterno al dramma la gravità della situazione subito dopo l’avvenimento, non solo a livello locale ma anche internazionale, rivolgendo l’attenzione ad una fotografia non considerabile solo come “opera d’arte” ma come vera e propria prova e testimonianza. Nella seconda parte di questo scritto si prenderanno in esame diversi fotografi che si sono occupati della catastrofe, fotografando i luoghi e le persone colpite, ed in particolare si andranno ad analizzare alcuni fra gli artisti che hanno esposto alla mostra fotografica “In the Wake: Japanese Photographers Respond to 3/11 at Japan Society”, con il fine di esaminare non solo coloro che hanno fotografato le zone vicino a Fukushima, ma anche chi si è espresso in modo più concettuale-artistico, scegliendo un altro tipo di soggetto per la propria fotografia.