Abstract:
Questo elaborato nasce dall'interesse suscitato dal successo delle nostrane bollicine nel Paese del Dragone. Il Prosecco è riuscito a sedurre anche la Cina, seppur con non poche difficoltà. Quello cinese rappresenta un mercato importante per le esportazioni, ma fondamentalmente ancora da "educare". Un problema ad oggi rilevante consiste nella difficoltà per i cinesi nel riconoscere la differenza tra lo Champagne e il Prosecco, nonostante il consumo di quest’ultimo abbia visto un sorpasso quasi decisivo rispetto al rivale d’Oltralpe, pareggiando i conti. Il palato cinese si sta preparando, un passo alla volta, ad accogliere le bollicine italiane, le quali non godono certo della celebrità dello Champagne, ma vantano un’ottima qualità. Un ulteriore ostacolo è la rinomata preferenza cinese per i vini rossi, considerati un'alternativa sana alle grappe di riso e un'opzione raffinata rispetto alla birra. Infatti, nella tradizione culturale cinese il colore rosso ha un valore ben augurante, non a caso il purpureo nettare degli dei è apprezzato in Cina da millenni e oggigiorno sfiora le percentuali di consumo dell'80%. La vera missione del Prosecco è, dunque, quella di riuscire ad entrare nella tradizione cinese considerando il suo aroma difficilmente abbinabile alla cucina cinese, la quale non prevede il consumo di formaggi o salumi, alimenti con cui il Prosecco va a nozze. Nello specifico, questo elaborato si propone di analizzare gli aspetti terminografici che riguardano l'intero processo di produzione del Prosecco, dall'impianto del vigneto, passando per le sue peculiarità, alla fase finale dell'imbottigliamento.