Abstract:
L’attuale quadro italiano riguardante la gestione collettiva del diritto d’autore in ambito musicale viene analizzato e comparato partendo dalle fonti internazionali, regionali e nazionali. Le collecting societies riscuotono e ripartiscono, per conto degli autori ed editori suoi mandanti, i proventi derivati dai diversi utilizzi delle opere. L’evoluzione tecnologica ha cambiato le modalità di produzione della musica e le relative distribuzione e fruizione, provocando un indebolimento dei tradizionali metodi di tutela. Di conseguenza la legislazione deve dunque aggiornarsi per tutelare efficacemente i titolari dei diritti. Le fasi del recepimento della direttiva 2014/26/UE (c.d. Direttiva Barnier) sono state segnate da un aspro confronto tra il vecchio monopolista e i suoi concorrenti. Ora in Italia, oltre a SIAE, altre società di autori senza scopo di lucro possono operare come intermediari diretti degli aventi diritto. Il mercato è però ancora interdetto alle entità di gestione collettiva private, lasciando dunque aperta la discussione. Gli esperti delineano possibili soluzioni allo stallo italiano, traendo confronti anche dalla gestione dei diritti connessi e dalle esperienze di altri Stati. Inoltre è altresì opportuno considerare anche le esigenze e le aspettative degli aventi diritto in merito alla gestione collettiva.