Abstract:
Il 1952 ha segnato per l’Egitto un punto di svolta: la fine della monarchia e la nascita della Repubblica. Da quel momento fino ad oggi, il potere è rimasto nelle mani dell’istituzione militare, che attraverso il controllo capillare di politica, economia e mezzi di comunicazione, è riuscita a mantenere la presa sul Paese anche all’indomani delle rivolte arabe del 2011. L’establishment militare ha nel tempo intrecciato i propri interessi politici a quelli economici, facendo sì che, nell’arco di poco più di un cinquantennio, diventasse un’istituzione onnipresente in tutti gli aspetti della vita politica, economica e sociale egiziana. Ad oggi, nel marzo 2018, in Egitto si tengono le elezioni presidenziali, che vedono come protagonisti l’attuale Presidente (e generale delle forze armate) Abdel Fattah al-Sisi e Musa Mustafa Musa, che, più che un avversario, sembra essere un ‘candidato per sbaglio’. Il risultato delle elezioni sembra essere dunque scontato ancor prima di vedere gli exit poll, e questo non farà altro che suggellare nuovamente il potere militare in Egitto.