Abstract:
La ricchezza delle acque che bagnano le coste siciliane era nota sin dai tempi antichi, e lo sapevano bene: Punici, Greci e Romani, che costruirono impianti di lavorazione del pesce nelle immediate vicinanze del mare. Le acque siciliane sono state interessate dalle rotte migratorie dei tonni ed in più la presenza sulle coste delle saline, giocò un ruolo fondamentale nella conservazione ed esportazione del pescato.
Il presente lavoro vuole essere un’analisi dei principali impianti di lavorazione di salsamenta e salse di pesce nella Sicilia di epoca punica, greca e romana.
Attraverso lo studio dei contenitori ceramici, adibiti al commercio di questi prodotti, si cerca di ricostruire il quadro delle relazioni commerciali in cui la Sicilia era coinvolta.
La presenza sull’isola di fornaci per la produzione di questi contenitori, conferma ancora di più che quella della lavorazione e commercializzazione della produzione, era una delle principali attività di reddito per l’isola. Anche le analisi petrografiche condotte sui contenitori ritrovati in diversi siti, hanno confermato un’origine siciliana del contenitore, ed è da pensare che siciliano fosse anche il contenuto. Le esportazioni siciliane hanno interessato tutto il bacino Mediterraneo e non solo, si attestano contenitori sicelioti anche a Pompei. Ma l’isola non solo esportava, ma anche importava pesce lavorato nella costa africana, da dove seguendo rotte battute nell’antichità arrivava sulle coste siciliane a rifornire i consumatori locali o ripartiva verso altre destinazioni.