Abstract:
L’elaborato di tesi, partendo dal dettato costituzionale dell’art. 40, si pone l’obiettivo di comprendere se, attraverso le teorie dottrinali, gli orientamenti giurisprudenziali e gli interventi del legislatore in materia di sciopero, sia possibile dedurre una teoria generale sulla titolarità del diritto di sciopero. Dall’analisi emerge l’impossibilità di giungere ad un siffatto risultato. Conseguentemente, si dimostra come la necessità di individuare una teoria sulla titolarità del diritto di sciopero sia strettamente connessa a ragioni di politica del diritto che, nel contesto attuale delle relazioni industriali, si concretizzano nella garanzia della stabilità degli accordi collettivi. La ricerca si concentra dunque sull’opportunità di risolvere il problema dell’instabilità degli accordi collettivi attraverso lo strumento della titolarità del diritto di sciopero, nonché sulla percorribilità di soluzioni che invece incidano direttamente sul sistema della contrattazione collettiva. Si ritiene dunque che la stabilità degli accordi collettivi debba essere garantita anzitutto attraverso un intervento del legislatore in materia di efficacia soggettiva dei contratti collettivi. Intervento che non troverebbe ostacolo nell’art. 39 della Costituzione, qualora quest’ultimo fosse letto alla luce di una interpretazione evolutiva, e a cui le parti sociali sembrerebbero pronte anche in considerazione dei contenuti degli accordi sottoscritti tra il 2011 ed il 2014. La proposta risulta dunque essere quella di un nuovo sistema in cui l’obiettivo della stabilità degli accordi collettivi viene garantita dall’efficacia generale degli stessi legittimata attraverso una formazione strutturata del consenso aperta alla partecipazione dei lavoratori.